La mia esperienza a The Floating Piers 

La mia esperienza a The Floating Piers 

Oggi è il penultimo giorno disponibile per visitare la ormai famosissima The Floating Piers dell’artista bulgaro Christo sul Lago d’Iseo.

Ho passato tantissime estati sul Lago d’Iseo, in campeggio, a Pilzone, a pochissimi chilometri da Sulzano, il punto di partenza dell’opera. Ed erano più di 15 anni che non tornavo in quelle zone, così ho approfittato di questa occasione per tornare.

Il successo che sta riscuotendo The Floating Piers è enorme e penso che pochi lo avessero previsto. Successo però si traduce in folla, code e disagi per i visitatori, per questo potendo scegliere è meglio visitare l’opera durante la settimana. Così ho fatto.

Approfittando di una giornata off dal lavoro, martedì scorso siamo partiti con direzione Sulzano. L’accesso in auto a Sulzano è bloccato, bisogna quindi lasciare l’auto in uno dei parcheggi allestiti per l’occasione e prendere una degli autobus navetta organizzati per arrivare a Sulzano.

L’app e il sito ufficiale di The Floating Piers elencano tutti i parcheggi disponibili, alcuni hanno anche le disponibilità di posti in tempo reale. Scegliamo di parcheggiare a Capriolo, appena fuori dall’uscita dell’autostrada di Palazzolo. Conoscendo le strade del lago so quanto facilmente si congestionano e come tutto possa bloccare, ho preferito scegliere un parcheggio più lontano e in effetti quando siamo arrivati a Sulzano i parcheggi di Iseo e Pilzone erano esauriti.

Arrivati a Sulzano  ci accoglie un muro di persone, chi in fila, chi ai bordi della strada appena scesi dalla navette… in quel preciso istante ho capito che Sulzano e la zone limitrofe non avrebbero potuto sostenere la presenza di The Floating Piers per un periodo più lungo.

E’ quasi mezzogiorno e il caldo inizia a essere pressante, ci spostiamo di qualche metro troviamo una spiaggetta libera dove possiamo fare il bagno e mangiare un panino prima di metterci in fila per The Floating Piers.

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Appena messi in coda, le voci, di chi era già li, raccontano di tempi di attesa di 2 ore, 2 ore e mezza per accedere alla passerella. Lo sconforto mi assale, se bisogna aspettare 2 ore in settimana non oso immaginare quanto possa durare l’attesa nel weekend!
Per fortuna le voci si rivelano essere solo voci. La fila scorre, con alcuni momenti di pausa, in maniera più o meno costante. Ci sono momenti di stop più lunghi ma il tutto è accettabile.

Dopo circa 45 minuti siamo finalmente sulla passerella. Ci togliamo le scarpe. La sensazione è quella di camminare su un materasso ad acqua, si riescono a sentire le onde sotto i piedi, è una sensazione strana ma piacevole.

Nonostante la coda, una volta arrivati sulla passerella, si riesce a camminare al proprio ritmo, fermandosi se e quando si vuole, rallentare o accelerare.

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Arrivo a Monte Isola

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La prima tappa è Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Italia e dell’Europa meridionale e centrale. Qui, le strade sono molto più strette, per questo la viabilità è molto meno scorrevole. The Floating Piers continua costeggiano una parte di Monte Isola a ovest, per poi collegare e circondare l’Isola privata di San Paolo.

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Isola di San Paolo

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Quella che può sembrare una semplice passeggiata si rivela un’esperienza abbastanza difficile dal punto di vista fisico. Camminare sulla passerella non è così semplice, in più, ovviamente, non c’è un filo d’ombra che con il caldo della giornata rende tutto più difficile.

I pontili misurano in tutto 3 chilometri che sommati ai tratti di congiunzione su Monte Isola arrivano a circa 4,5 chilometri di percorso, se fatto sotto il sole… non è certo facile.

Una volta ritornati a Sulzano torniamo nella nostra spiaggetta per un altro bagno… non potete immaginare quanto avessi sognato quel momento appena toccato la terraferma.

E’ il momento di tornare al parcheggio, ci mettiamo dove si dovrebbe fermare la nostra navetta, la S1, e aspettiamo. Nessuno sa con precisione l’orario di passaggio della navetta e in più le navette cambiano destinazione all’ultimo. Insomma questo aspetto organizzativo avrebbe potuto essere decisamente meglio.

Tirando le somme è stata una giornata molto belle, più intesa fisicamente di quello che immaginavo, che mi ha riportato nei luoghi delle mie estati da bambina.

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Uscendo da The Floating Piers

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