Dopo un giorno di navigazione dedicato al riposo (visto che nei prossimi giorni staremo ben poco in nave) arriviamo a Muscat, la capitale del sultanato dell’Oman.
Abbiamo pianificato e organizzato ogni sosta prima di partire, in alcuni casi abbiamo anche prenotato via internet (cosa che si rivelerà un’ottima scelta). Siamo fortunati perché la nave resterà in ogni porto circa una decina di ore ma vogliamo sfruttare al meglio ogni sosta per vedere quanto più possibile. Non mi sembra ancora vero ma stiamo navigando nelle acque del Golfo Persico, che per quelli della mia generazione è sinonimo di guerra e distruzione. E’ davvero surreale!
Decidiamo che per tutta la vacanza cercheremo di svegliarci poco dopo l’alba per poter beneficiare il più possibile delle ore di luce. Facciamo colazione mentre la nave sta attraccando e appena possibile scendiamo a terra.
Appena usciti dal porto troviamo un taxi e contrattiamo per farci accompagnare alla Grande Moschea e poi al Palazzo del Sultano. La tariffa esposta è di 10 OMR all’ora (20 €). Il tassista prova a fissare per 25€ all’ora ma siamo preparati e non ci facciamo fregare. Prendiamo nota dell’ora e partiamo. Pagheremo alla fine sulla base delle ore effettuate.
Lungo la strada il nostro tassista ci fa da cicerone elencando ogni singolo concessionario di auto incrociato e salutando ogni gigantografia del Sultano Qaboos che incontriamo. Il che sarebbe solo folkloristico se non implicasse il rischio di un incidente ogni 5 minuti…
Dopo circa 30 minuti di concessionarie (che il nostro tassista continua a mettere in evidenza), ospedali del sultano, stadio del sultano, parcheggio del sultano, Royal Opera House (ebbene si! anche questa è stata costruita per il sultano) arriviamo alla Sultan Quaboos Grand Mosque. Il tassista si offre di accompagnarci durante la nostra visita e si assicura che dal mio velo (una versatile pashmina) non esca neppure un capello.
Passiamo dai giardini, dai vari cortili, dalle sale per lavarsi i piedi, poi ci togliamo le scarpe entriamo nella Moschea degli uomini e infine in quella della donne.
Usciti dalla moschea chiediamo al tassista di portarci al Palazzo del Sultano da lì il nostro programma prevede di camminare lungo tutta la corniche fino ad arrivare al souk e quindi alla nave. Di sua iniziativa il tassista ci porta in un paesino sulle colline per vedere una sorgente di acqua calda (che si rivela niente di più di un bagno pubblico). Giusto il tempo di salire, per accontentare il tassista, e ci rimettiamo in marcia. dopo solo 5 minuti siamo di nuovo fermi. Il tassista accosta, scende e senza dire niente ci lascia sull’auto. Torna dopo 5 minuti con un vassoio con 4 bicchieri di caffè bollette e zuccheratissimo e 4 bottigliette d’acqua! Probabilmente un modo per ingraziarci e cercare di convincerci a proseguire il tragitto in auto con lui….
Il tassista infatti inizia ad insistere che per la nostra sicurezza è meglio che ci accompagni lui fino alla nave, che la strada è lunga e che ci dovesse succedere qualcosa nel tragitto tra il Palazzo del Sultano e il porto (ad esempio se non arrivassimo in tempo) la colpa ricadrebbe su di lui. Ovviamente non è uno slancio di generosità, è solo un modo per prendere tempo e lavorare una o due ore in più. Gli proponiamo quindi di misurare con il conta chilometri il percorso esatto tra il porto e il Palazzo del Sultano e dopo avremmo deciso sulla base dell’ora e dei chilometri a piedi che avremmo fatto. Il tragitto è di quasi 5 km ma siamo giovani e il tempo è dalla nostra e riusciamo a convincerlo a lasciarci da soli.
Passeggiamo attorno al Palazzo del Sultano e imbocchiamo la corniche, la strada costiera unisce Old Muscat al quartiere di Muttrah dove si trova il souq e il porto. La corniche offre splendidi panorami sul mare e nei vicoletti della città. Qua e là si trovano dei bellissimi gazebi in stile arabeggiante che regalano un po’ di ombra sotto il sole cocente di gennaio 😉
Arriviamo al souq verso l’ora di pranzo e invece di tornare in nave decidiamo di infilarci nelle viuzze del souq e di cercare qualcosa di tipico. L’orario non è dei più fortunati. Quasi tutti i negozi stanno chiudendo troviamo solo una specie di fast food che però è consigliato anche dalla Lonely Planet per le gustosissime spremute di frutta fresca. Possiamo non provarlo?
Stanno per chiudere ma non fanno una piega. Chiediamo se hanno il Shawarma, la versione locale del kebab, ma non siamo fortunati, decidiamo quindi per un sandwich falafel e due succhi di frutta: lemon mint and spice e lemon spicy dove le spezie non sono altro che zenzero… buonissimi e rinfrescantissimi!
Dopo un po’ di sano shopping con relativa contrattazione nel souq torniamo sulla nave a riposarci…
A cena ripensiamo alla giornata appena trascorsa: la sensazione comune a tutti e 4 è che il tempo si sia dilatato… che le giornate siano più lunghe, abbiamo tutti nel cuore e negli occhi così tanti posti che non ci sembra possibile essere rimasti a Muscat solo 7 ore! Sarà la sensazione che ci accompagnerà ogni giorno e per tutta la settimana…
Domani saremo di nuovo negli Emirati Arabi…